LÉVI-STRAUSS: NATURA E CULTURA (antropologia)

 LEVI-STRAUSS: TRA NATURA E CULTURA


Il Novecento è stato segnato da Lévi-Strauss → ritenuto il maggior antropologo del XX secolo: pochi come lui hanno contribuito a far conoscere l'antropologia quanto lui.

Linguistica "strutturale" (che lui conobbe negli stati uniti) → una lingua è una struttura, in quanto i suoi                        ↓                                                                                elementi non hanno valore al di fuori delle  da essa ricavò 2 idee fondamentali:                                             relazioni che esistono fra di loro

- la cultura può essere considerata come composta di una serie di segni elementari che, combinandosi          diversamente tra di loro, danno origine a significati diversi;
- la cultura si compone di un numero limitato di segni che possono dare luogo a un numero infinito di          combinazioni.
fondendo queste idee con il "principio di reciprocità":
affrontò lo studio dei sistemi della parentela → dove tali sistemi risultano essere limitati nel numero 
Per Lévi la cultura è tutto ciò che è fatto dagli esseri umani e che costituisce il mondo entro il quale essi vivono normalmente.

Libro di 1949 → discute non della cultura in quanto tale, ma del passaggio da natura a cultura → avvenuto in un tempo indeterminato, ma circa coincidente con la comparsa del linguaggio e con la proibizione (o tabù) dell'incesto.

La proibizione dell'incesto è universale: perché presente in tutte le società, anche se in maniera diversa.
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per questo appartiene alla sfera della natura umana → ma è sempre frutto di una norma sociale = è un fatto culturale
è questa sua doppia faccia (essere naturale e culturale al tempo stesso), ciò che fa della proibizione dell'incesto il punto di passaggio tra natura e cultura.

Lèvi-Strauss distingue la società in: società calde e società fredde...
basate su disuguaglianze che determinano   ↵                           ↳ poche diseguaglianze restano in                                                                                                                                      equilibrio sottraendosi alla storia
conflitti e cambiamenti nella storia


HABERT R. ROGGER


r, sociologo studioso della cultura popolare inglese, nel 1964 fondò a Birmingham il Center for Contemporary Cultural Studies.                      


Il centro di studi culturali animato da Hoggar interpretava →la realtà sociale di  quel tempo; come i problemi legati alle differenze etniche o al colore della pelle, le diseguaglianze di classi e delle discussioni sul genere sessuale.            
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Per discutere di questi problemi, gli studiosi ripresero in mano il concetto di "cultura", adeguandolo al contesto sociale inglese. 
La cultura, in Gran Bretagna negli anni 60-70, venne vista come un luogo di disputa-dibattito per l'affermazione di diritti da parte dei diversi gruppi. In essa si determinano i rapporti di egemonia e di subalternità tra gruppi e classi sociali.


Una svolta nel concetto di cultura è rappresentata dall'antropologia simbolica→ una tendenza che attribuiva particolare rilievo alla dimensione del "significato". L'attenzione degli antropologi si è concentrata sempre più sul modo in cui gli esseri umani all'interno della propria società comunicano producendo dei significati nelle relazioni sociali, politiche, emotive e economiche.


CLIFFORD GREEZ

L'antropologia simbolica si affermò negli Stati Uniti con Clifford Geertz. L'antropologo ha concepito il proprio lavoro come una continua interpretazione di ciò che dicono e pensano i suoi interlocutori. Il compito dell'antropologo corrisponde a una concezione particolare della cultura, che viene intesa come processo comunicativo.                              
Secondo Geerzt una cultura è un insieme di simboli che prendono vita nello scambio comunicativo, secondo modelli appresi ed ereditati alle generazioni precedenti. Tuttavia la modalità dei simboli 
→ diversi contesti del loro uso, significati molteplici) fa si che i simboli stessi, e i comportamenti relativi, non rimangono sempre uguali, ma cambiano nel tempo. Inoltre questi simboli mutano di significato anche per effetto dell'incontro con altri simboli provenienti da culture diverse. Questi due elementi sono all'origine del mutamento culturale.

L'ANTROPOLOGIA DELLA CONTEMPORANEITÀ

Le "reti" della comunicazione:
Negli anni 80-90 si sviluppò una critica del concetto di cultura.
secondo questi antropologi, il discorso sulle culture aveva ridotto il 
mondo a una specie di "mosaico culturale"
a questo cambiamento nel modo di considerare la cultura
hanno concorso 2 fenomeni che si sono rilevati molto importanti:
- migrazione
- diffusione dei media 
fenomeni che hanno messo in contatto culture prima distanti tra loro

Il concetto di cultura nel linguaggio comune:
Il concetto di cultura viene utilizzato per rendere riconoscibili, circoscrivendoli e definendoli, modi di pensare e di comportarsi, dando loro con questo termine una specie di consistenza. Quello di cultura è diventato infatti un concetto "buono per tutte le occasioni", e spesso un modo per stigmatizzare in maniera negativa la diversità culturale.

Dalla "cultura" al "culturale": Arjun Appadurai:
In Modernità e polvere, Appadurai ha sostenuto che il termine "cultura" dovrebbe essere utilizzato come aggettivo, "culturale". Appadurai ha coniato espressioni come :
"etno-rama": i nuovi paesaggi umani che si creano per effetto dello spostamento di popolazioni nelle varie parti del pianeta (esempio: migranti);
"medio-rama": i flussi di immagini e informazioni generati dai media che creano nuovi immaginari in persone appartenenti ad ambiti culturali diversi;
"ideo-rama": le idee, che grazie ai media e agli spostamenti di esseri umani, viaggiano da un capo all'altro del mondo;


MARC AUGÈ

L'antropologo francese Marc Augé studia come le culture contemporanee riformulano alcuni dei loro fondamenti alla luce della surmodernità (→ modernità in eccesso). 
Augé ritiene che oggi le società europee e nordamericane stiano vivendo ciò che i popoli africani sperimentarono alcuni secoli prima con la colonizzazione. 


Nella prospettiva di Augé l'antropologia si presenta come una chiave di interpretazione del nostro mondo contemporaneo attraverso l'esperienza degli altri e essa mantiene così la sua vocazione di studio dell'essere umano.

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